Ace&Love: il nuovo romanzo di Andrea Falchi è uscito in libreria

cop giallo raiza PER WEB

Dalla IV di copertina di ACE&LOVE

 Può una partita di tennis decidere l’esito di un colloquio di lavoro? È quello che sostiene Paolo Marcelli, ambiguo amministratore delegato di un’azienda di articoli sportivi. I tre candidati finali, infatti, si dovranno giocare il posto di direttore proprio in un doppio a tennis. La partita però finisce in rissa tra l’ambizioso Costanzo Russo e l’outsider Tommaso Raglianti sotto lo sguardo gongolante dello stesso Marcelli e quello rassegnato di Marco Santoro. Caso vuole (ma il caso davvero esiste?) che alla partita assista Raiza Giordano, ispettrice della sezione reati sessuali e contro la persona, che in passato ha avuto a che fare proprio con il Raglianti. Fra atmosfere caravaggesche e rimandi alla Ferrara dei Finzi-Contini si svolge la vicenda di questo giallo come in un vero e proprio match a tennis tra volée, smash e battute vincenti. Alla fine, ci saranno due morti e più di un colpevole. Ace&Love è il primo romanzo in cui compare Raiza Giordano, mentre sullo sfondo si muove la navigata coppia di poliziotti Silvestri-Titta.

Intervista al Pisa Book Festival 2022

 

Prima di proseguire il mio giro tra gli stand del “Pisa Book festival” sono rimasto ancora un po’ presso le Edizioni Carmignani, avendo modo di incontrare un altro dei suoi autori, ben conosciuto per la sua produzione. Si tratta di Andrea Falchi, che gentilmente ha risposto ad alcune mie domande.

Allora, si presenti…

“Sono Andrea Falchi e sono uno scrittore di gialli anche se in realtà ho iniziato a scrivere poesie prima di approdare al giallo e  alla narrativa in genere. Ho infatti scritto anche libri per bambini anche se mi diletto, ormai da diversi anni, nel genere giallo”.

Questa sua attività letteraria quando è iniziata?

“Più che una attività la chiamerei una passione, ed è iniziata quando ero giovane, un ragazzo, scrivendo poesie quando ero innamorato non ricambiato. Ho continuato a scrivere poesie vincendo diversi concorsi fino a quando non sono arrivato al giallo. Nei miei racconti gialli c’è sempre come sfondo Pisa o comunque la Toscana, e infatti i miei gialli li definisco “gialli di provincia” proprio perché mi fa piacere che la città e la regione siano protagoniste. In secondo luogo, essendo un amante dei gialli, volevo creare un mio commissario e un mio ispettore che si muovessero in questi ambienti cari e noti. Altra caratteristica dei miei gialli è che tutti  i titoli hanno davanti la parola ‘effetto’. ‘Effetto domino’ il primo, poi ‘Effetto San Matteo’, ‘Effetto Farfalla’, ‘Effetto Werther’, ‘Effetto Larsen’, ‘Effetto Dunning-Kruger’, “Effetto Hawthorne” il settimo. Sono stati tutti pubblicati dalle Edizioni Carmignani per cui curo le collane ‘Profondo giallo’, ‘Profondo blu’, ‘7 vizi per 7 capitali’ e ‘Sensi e dissensi’”

Che vuol dire Effetto Hawthorne? 

“L’ Effetto Hawthorne è quello per il quale se osservi una persona ne modifichi il comportamento. È un effetto visto dallo psicologo Elton Mayo, fondatore di un approccio di ricerca e intervento della psicologia del lavoro interessato allo studio delle motivazioni psicologiche dello stesso. Lui aveva notato che, se in un’azienda il padrone o altri partecipano alla vita di un lavoratore, lui produce meglio. Su questa suggestione, perché le mie sono suggestioni per raccontare altro, ho fatto la stessa cosa. Nella storia, praticamente, c’è un personaggio che osserva un altro e ne modifica il comportamento. Quindi, diciamo che  l’effetto suggerisce l’idea del romanzo e l’asimmetria, poiché tutti i miei titoli hanno come sottotitolo l’asimmetria, in questo caso l’asimmetria del controllo, fornisce la possibilità di arrivare a capire chi è l’assassino”.

Suppongo che tutto questo dipenda dal fatto che lei possiede una formazione scientifica…

“Sono laureato in chimica”.

E questo corso di studi l’avrà senza dubbio ispirata nella costruzione delle storie. Quale professione svolge?

“Senza dubbio gli studi mi hanno influenzato, da vent’anni svolgo la professione d’informatore scientifico del farmaco”.

Come si chiama questo investigatore?

“È il commissario Silvestri e lavora con l’ispettore Titta. I due nomi in qualche modo richiamano il gatto Silvestro e l’uccellino Titti”.

Che tipo è questo Silvestri?

“Il commissario ha diverse particolarità. È svogliato, però vuole fare bene. Non ha voglia di investigare ma gli piace risolvere il caso. Si affida alla lettura dei libri per risolvere gli enigmi. Ha una mensola piena di libri che gli hanno permesso di risolvere i casi e, di volta in volta, pesca a caso e da lì nasce lo spunto che gli permette di arrivare alla risoluzione finale. L’altra particolarità è che ha un alter ego, chiamato ‘barbiere Sigaro’.  che gli viene in sogno e un po’ lo confonde, un po’ gli dà degli indizi che a volte servono anche ad ingannare il lettore; insomma, c’è tutta questa architettura onirica molto importante. Altra particolarità dell’investigatore è che fino a quando non risolve un caso non si lava”.

Popò di sudicio (risata). Se si fosse occupato di casi insoluti come quello di Emanuela Orlandi avrebbe puzzato da qui all’eternità.

“Molto probabile. Quando un caso arriva alla conclusione chiama la moglie e le dice: “Prepara la vasca che arrivo”.

Questo arguto e simpatico allezzito è pisano puro?

“Per la precisione è marinese”.

Ci dica qualcosa in più sull’ultimo caso senza scoprirsi troppo…

“Questo caso si svolge a Livorno, in città, e nella parte sud di Castiglioncello. Per intendersi dove c’è la villa di Alberto Sordi. C’è una donna che si suicida e un’altra donna che passa di lì nota che le scarpe di quella che si sta per buttare sono diverse dall’immagine della suicida sui giornali. C’è una variazione di colore, minima, ma c’è. Si sarà buttata davvero o no? Da lì parte l’inchiesta. La donna, che da buona labronica si chiama Scianon, va dalla polizia di Livorno ma non le prestano attenzione, così si sposta a Pisa, dal commissario Silvestri. Lui, presta fede alla donna e mette insieme questo e altri indizi avviando le indagini sul caso”.

Ci potrebbe esporre, come hanno fatto fino ad ora tutti i suoi colleghi di fronte a questo microfono, la funzione della letteratura nella sua vita?

“È salvifica, come credo per tanti, perché grazie alla letteratura s’imparano tante cose di noi stessi  e del mondo. Soprattutto che al mondo siamo in tanti e tutti diversi, ognuno con le nostre qualità e i nostri difetti, e grazie ai libri s’impara la bellezza della diversità. Apprezzo molto la diversità e sono contento di leggere, proprio perché in questo modo s’impara a comprendere di più quando sia importante riconoscerla”.

I suoi autori di riferimento?

“Nel campo del giallo non posso non citare Agata Christie, perché mi sono appassionato al genere grazie a lei. Poi ce ne sono ovviamente anche tanti altri. Nel campo grande della letteratura mi viene alla mente il nome di Ian Mc Ewan, autore di libri che mi hanno ispirato molto.”

Per concludere, anche a lei tocca la domanda tormentone che pongo a tutti. La letteratura salverà il mondo?

“È un auspicio. Credo che se ci fosse più attenzione alla letteratura e ci fossero più persone intente a inventare storie invece di descrivere sui social la loro vita sarebbe meglio. Bisognerebbe far leggere dei libri a qualche politico per ottenere dei vantaggi su larga scala”.

Già, anche questa pare una bella suggestione, proprio una di quelle che piacciono ad Andrea Falchi. Propongo il titolo per l’ottavo figlio dell’autore: “Effetto libro. L’asimmetria del politico”. Successo garantito!

Guido Martinelli